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sabato 11 maggio 2013

L'angolo della tattica. L'evoluzione tattica del più grande di sempre, Sir Alex Ferguson


Prima o poi, doveva succedere. Tutto passa, purtroppo o per fortuna, e questo (purtroppo) vale anche per Sir Alex Ferguson che l'8 Maggio ha deciso, dichiarandolo attraverso sito ufficiale, di ritirarsi dai campi di calcio, e smettere di fare l'allenatore. 

71 primavere, 56 anni nel mondo del calcio, 26 dei quali da allenatore. Sir Alex ha deciso di dire basta, di godersi i trionfi (49 titoli), di godersi la famiglia.

Crediamo che tutti abbiano provato un velo di malinconia nel sentire: <<Ho riflettuto a lungo, non è una decisione che si può prendere a cuor leggero, ma ho deciso di ritirarmi. E’ il momento giusto>>.

L’addio di Ferguson, capace lasciare a calcio da vincente, dopo il tredicesimo campionato appena conquistato alla guida dei Red Devils , non segna la fine di un’epoca, ma di diverse ere geologiche calcistiche. Nel futuro gli studiosi, analizzando il calcio del dopoguerra, lo divideranno secondo le varie età storiche cadenzate dall’ex tornitore del porto di Glasgow, capace di anticipare tutte le trasformazioni del calcio moderno , e di governarle con l’autorità e il carisma dei grandi strateghi e geni del pallone.

Era più di un allenatore, un vero e proprio manager capace di gestire uno dei club con più fascino a mondo, e forse è anche grazie a lui (soprattutto grazie a lui) che il Manchester United è un'icona mondiale fino addirittura in Birmania.

Uno scout, che ha scelto tra i migliori calciatori del panorama calcistico, un maestro, che ha insegnato calcio fin dai pulcini Red Devils, costruendo un gioco ed una filosofia tattica fin dalla tenera età; un motivatore, capace di tirar fuori il meglio da ogni singolo.

Cantona, Beckham, Veron, Van Nistelrooy, Cristiano Ronaldo, Rooney, Van Persie, Giggs, Blanc, Ferdinand, Scholes, Stam, Schmeichel. Ha allenato e scoperto il meglio, sempre gestendo alla perfezione un gruppo che non ha mai esitato a seguirlo.

Con l'angolo della tattica vogliamo ripercorrere il suo cammino, appunto, tattico negli anni, lasciando per un attimo i contorni storici da parte, tenendo quindi fede alla filosofia della rubrica, onorando per cui, Sir Alex, a "modo" nostro.

Le evoluzioni tattiche di Ferguson sono state sempre innovative, hanno sempre anticipato tutti. Di fatto non ha portato un'evoluzione radicale nel mondo del calcio, ma ha sempre anticipato carpendo i primi sintomi di variazioni che poi sarebbero risultate vincenti. Andiamo con ordine.

Inizia la sua carriera, nel Manchester United (a livello di sensibilità di gioco partiamo da quel punto della sua carriera) nel 1986 e fin da subito il suo modulo di gioco fu il 4-3-3. Non era una novità in terra inglese, di fatto quel modulo rappresentava il vero stile british calcistico anni '80: ampiezza del campo, gioco corto. Fin da subito però Sir Alex apporta qualche modifica al modulo. Varia il centrocampo, ridisegnandolo con due uomini di pressing ed una mezzala capace di lanciare in velocità gli esterni d'attacco. Questo permetteva di creare il suo famoso "triangolo" (che abbiamo già spiegato analizzando il Manchester di questa stagione), ossia bisogna che la squadra attacchi centripetamente il campo, tagliando verso il centro avendo così più "triangoli" in campo insieme al centrocampo e alla difesa stessa, permettendo la salita dei terzini e le giocate della mezzala o del fantasista più libere. Se la palla può essere giocata con 4-5 soluzioni (tanti sono gli ideali triangoli formati dai calciatori che si liberano attorno la mezzala), il calciatore si sente più sicuro e la sua giocata, anche se accorcia in difesa, può comunque dare velocità e fluidità all'azione, e permette alla squadra (specie nel 4-3-3) di stazionare in 18-20 metri di campo, e questo permette densità, recupero della sfera nell'area avversaria, e possibilità di verticalizzazione.

Di fatto il 4-3-3 in Inghilterra era un gioco orizzontale che si sviluppava verticalmente solo nella fase finale, con l'uno contro uno degli esterni. Ferguson percepisce che qualcosa andava variato ed infatti arriva prima di tutti sul "triangolo".

Venne messo in dubbio questo modo di giocare e l'idea di Ferguson (che rischiò il posto!), ma fu solo il preludio alle vittorie, anzi, alla razzia di titoli che fece negli anni novanta il Manchester United. 

Di fatto, da grande stratega, Ferguson aveva percepito che qualcosa doveva cambiare, che il 4-3-3 non era più il metodo vincente, ma per farlo, ha pian piano costruito attorno qualcosa di geniale ma poco invasivo, appunto il triangolo. Un vero stratega e maestro di calcio!

Come detto, gli anni novanta portarono le totali variazioni nel gioco di Ferguson, che man mano si sono esternate in tutto il calcio europeo; Fa il suo ingresso nella storia il Manchester del 4-4-2.
Schmeichel, Neville Johnsen,Stam, Irwing,Beckham, Giggs, Scholes, Keane, Yorke, Cole.

Più o meno ricordano tutti la formazione del Treble, la squadra che riuscì a vincere tutte le competizioni della stagione. Ferguson arriva prima di tutti sul 4-4-2, tende a giocare, con la base del triangolo, un gioco più in linea, che si allarga sugli esterni e sforna un numero ingente di cross per i due arieti d'attacco, che possono andare di testa, difendere la palla e servire al tiro i centrocampisti, o dialogare nello spazio con l'esterno per, appunto, triangolare ed andare in porta.

La squadra ha una linea 4-4-1-1 in fase di non possesso e fin qui tutto negli schemi. Fin da subito però, Ferguson sente di voler abbandonare il 4-4-2 (lui stesso dirà di non aver mai giocato con un puro 4-4-2), per portare una diga di due uomini davanti la difesa, gli esterni più alti, ed una seconda punta più dinamica a servizio della prima punta, che dovrà dialogare anzichè spalle alla porta, lateralmente al pallone! Assistiamo fin da subito ad una fase embrionale del modulo degli anni 2000, il 4-2-3-1.

Dopo la conquista gloriosa del Treble, intuisce che il gioco del Manchester deve essere meno votato al possesso ma più alla verticalizzazione. Si deve accettare di tener meno la palla ma disporne meglio, ed in velocità, e per farlo ha bisogno di esterni alti e verticalizzazioni veloci.

Il via definitivo al processo di trasformazione sarà una partita persa con il Real Madrid. In quel momento capisce di dover portare qualcosa di nuovo, giocatori con più qualità (Van Nisterlrooy, Veron, Rooney, Ronaldo).

Sir Alex è come il buon vino, più invecchia e più ne migliorano le idee calcistiche.

Il 4-2-3-1 è il via al suo calcio totale; il Manchester insegna calcio, diverte, e vince, come nella stagione 2008-09, dove vincerà la competizione della Champions. La squadra vede Ronaldo punta centrale partire sugli esterni, e Rooney nel ruolo di terzino aggiunto, con Vidic sempre pronto a salire fin sulla linea del centrocampo, con Giggs a volte spostato sull'interno sinistro per dare qualità ed inserimenti con Scholes. La squadra difende e riparte in blocco, con massimo due tocchi, gestendo le verticalizzazioni come fossero passaggi nel breve. La filosofia di Ferguson con il 4-2-3-1 si racchiude nel monito: "Uno,due, fare qualcosa- uno, due, fare qualcosa". I giocatori devono liberarsi con idee precise della palla in maniera verticale per poter andare nello spazio, con una squadra corta, che magari concede anche metri agli avversari, ma capace di distendersi con due tocchi massimo.

Dopo la vittoria in Coppa (e le continue, numerosissime, vittorie in terra inglese) la squadra perde due finali in tre anni, ma è sempre tra le grandi ed incanta.

Ha lasciato in calcio ed anche quest'anno ha regalato agli annali partite bellissime, impresse già nella storia. 

La filosofia di Sir Alex Ferguson è stata una continua evoluzione lì nei momenti in cui il suo modo di giocare veniva considerato al top. La fama non l'ha mai fermato, il suo stile l'ha sempre contraddistinto.

Ferguson ha segnato un'era calcistica, il suo modo di allenare è stato il faro per grandi allenatori quali Mourinho, Klopp, giusto per citarne un paio. 

Sarà difficile il prossimo anno guardare il Manchester e non vedere in panchina Ferguson, farà un effetto strano, perchè non può esistere un Manchester senza Ferguson, e c'è una statua fuori dall'Old Trafford, pronta a testimoniarlo.

Il minimo che possiamo fare, è ringraziarlo per averci offerto uno spettacolo calcistico irripetibile, una lezione magnifica di evoluzione, di genialità che non smette di scorrere e variare anticipando da genio ed avanguardista i tempi futuri. Semplicemente Alex Ferguson.

Ernesto D'Ambrosio

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